Fertilizzazione dei vigneti con compost .


Somministrare compost al vigneto, associato a una migliore gestione del suolo (fasce d'erba, tecniche di minima/non lavorazione, triturazione residui) oltre a ridurre l’impatto ambientale, garantisce una serie di vantaggi pedo-agronomici non indifferenti:

  • Miglioramento della struttura, porosità e stato idrico del suolo: un ulteriore 1% di carbonio trattenuto nel suolo potrebbe incrementare del 20% la quantità di acqua disponibile per la vite;
  • Incremento di gli acidi umici e fulvici che, oltre a facilitare l’infiltrazione dell’acqua nel suolo dopo la pioggia/irrigazione, aumentano la capacità di stoccaggio dell’acqua offrendo una migliore resilienza ai rischi climatici
  • Miglioramento dell’attività microbica del suolo;
  • Migliorare la struttura del suolo e la radicazione della vite, il che significa offrire una migliore resilienza ai rischi climatici;
  • Trattenere direttamente e indirettamente più carbonio;
  • Migliorare la struttura del suolo e la radicazione della vite, il che significa offrire una migliore resilienza ai rischi climatici;
  • Garantire la disponibilità e migliorare la mobilità nel suolo dei nutrienti utili per la pianta;
  • Trattenere direttamente e indirettamente più carbonio;

L’elevato fabbisogno di sostanza organica da parte dei terreni, soprattutto in quelli a forte vocazione viticola, è emerso chiaramente in numerosi studi dove hanno classificato come poveri di sostanza organica più del 50% dei terreni coltivati.

Nel caso specifico relativo alla regione Emilia Romagna, si è osservato un impoverimento del contenuto in sostanza organica dei suoli che in alcune aree (soprattutto collinare) raggiunge valori al di sotto dell’1%.

Tra le diverse strategie per il ripristino e/o il mantenimento della fertilità del suolo l’utilizzo di compost si è dimostrato senza dubbio una fonte di sostanza organica agronomicamente efficace. Per condurre tali azioni di miglioramento, c'è un'ampia scelta di tipi di compost, e di diversi livelli di applicazione e strategie di interramento:

- Ammendante Compostato Verde (ACV), ottenuto esclusivamente dalla raccolta differenziata degli sfalci e potature del verde pubblico e agricolo

- Ammendante Compostato Misto (ACM), ottenuto dalle matrici ammesse per la produzione di ACV più altre matrici composte da: frazione umida dei rifiuti domestici (FORSU), residui vegetali, scarti agroalimentari

- Ammendante Compostato con fanghi (ACF), ottenuto dalle matrici ammesse per la produzione di ACM più fanghi e reflui di provenienza civile o agroalimentare, nel rispetto dei parametri di legge

Inoltre, considerando che i disciplinari di produzione integrata spesso non consentono margini sufficienti per la reintegrazione effettiva della fertilità globale dei terreni, che i costi di trasporto e spandimento di letame sono elevati, gli ammendanti sono prodotti con caratteristiche standardizzate, cosa che ne consente una valutazione di performance nel medio-lungo periodo riferita a specifiche fisico-chimiche costanti.

SPERIMENTAZIONE

Negli ultimi anni sono stati condotti progetti sperimentali sull’utilizzo del compost come ammendante in agricoltura che hanno visto protagonisti oltre a ENOMONDO, Joint Venture fra CAVIRO Sca ed HERAMBIENTE, fornitrice del compost e diverse aziende agricole del territorio, in stretta collaborazione con il Centro di Ricerche Produzione Vegetali (CRPV).

Il compost che viene prodotto ed è stato testato in diverse sperimentazioni è ottenuto dagli scarti dei prodotti provenienti dal settore agroalimentare. Nel specifico sono stati utilizzati: 

  • Ammendante compostato misto (ACM), prodotto da sfalci e potature, scarti vegetali e scarti di lavorazioni agroalimentare (Econat)
  • Ammendante compostato con fanghi (ACF)

 La sperimentazione ha previsto lo spandimento di compost ACM e ACF al fine di effettuare una valutazione comparativa tra loro oltre che una comparazione con terreni non trattati con compost.

Gli studi sono stati condotti al fine di valutare l’impiego di ammendante compostato derivante principalmente da processi agroalimentari. Tanto più che, da un punto di vista ambientale, la reintegrazione e il ricircolo di biomasse nelle colture che le hanno originate, appare un effettivo elemento di equilibrio nell’ambito di un territorio produttivo, con ricadute complessivamente positive in termini di filiera e di sistema ambientale.

La sperimentazione è stata condotta in Emilia Romagna dove sono stati selezionati vigneti sia di pianura che collinari testando diverse varietà di uvaggio (Sangiovese, trebbiano e Chardonnay, Pinot bianco e Merlot). 

 In particolare gli obiettivi perseguiti con la sperimentazione sono stati i seguenti: 

  • Valutare gli effetti agronomici indotti dalla concimazione organica con compost.
  • Valutare i risultati enologici ottenibili da uve da vino sottoposte a concimazione con compost.

 I benefici agronomici che si sono stati riscontrati dopo 3 anni dal trattamento con compost sono i seguenti:

  • Costante dotazione di sostanze nutritive per la vite (azoto, potassio)
  • Maggiore equilibrio fisiologico della pianta
  • Maggiore vigore ed equilibrio vegeto-produttivo della pianta
  • Maggiore resistenza allo stress idrico dimostrata sugli acini
  • Maggiore accumulo di azoto nella pianta in post-raccolta:
  • Migliore ripresa vegetativa in primavera
  • Riduzione fertilizzanti chimici (Solfato ammonico)
  • Riduzioni costi di fertilizzazione

 I benefici si osservano anche sulla qualità dell’uva. Sono stati osservati:

  • Incremento dei solidi solubili (zuccheri, acidi organici) sia su bianco che rosso
  • Incremento dei polifenoli (antociani, tannini) su rosso
  • Incremento dei valori di produzione e di peso medio dei grappoli
  • Buoni livelli di pH su tutte le colture
  • Aumenta l’azoto prontamente assimilabile (APA) dai lieviti: minori problemi fermentativi
  • Migliora lo spessore della buccia, riduzione incidenza patologie

 CONCLUSIONI

Dalle prove condotte si evince, in generale, un buon livello di mineralizzazione del Compost e, quindi, una costante dotazione di sostanze nutritive per la vite, nonostante le dosi minime utilizzate (15q/ha).

Le piante delle parcelle in cui è stato distribuito il Compost hanno mostrato un buon equilibrio vegeto-produttivo e qualità della produzione viticola ed enologica comparabile o addirittura migliore rispetto a quelle delle Tesi in cui è stato somministrato il solo concime minerale.

L’impiego dei Compost ACF e ACM ha prodotto risultati positivi dal punto di vista vegeto-produttivo e sulle caratteristiche qualitative delle uve e dei vini.

In particolare, le viti hanno presentato, nelle parcelle ACM e ACF, valori di produzione e di peso medio del grappolo maggiori rispetto a quelli riscontrati nelle piante del Controllo. Nonostante l’incremento produttivo emerso nelle parcelle ACF e ACM rispetto a quelle di Controllo, le Tesi in cui è stato distribuito Compost hanno prodotto uve con valori di solidi solubili tendenzialmente più alti rispetto al testimone, mantenendo, al tempo stesso, un’acidità totale sostenuta e buoni livelli di pH.

L’apporto di compost ha influito direttamente sulla produttività, sviluppo vegetativo, qualità dell’uva e caratteristiche microbiologiche del suolo. La risposta della vite si è manifestata nell’arco di tre anni dal primo intervento.

La distribuzione è preferibile interessi quasi per intero l’interfila a cui deve seguire un leggero interramento per favorire i processi di mineralizzazione per la messa a disposizione degli elementi nutritivi in modo graduale e dilazionato nel corso della stagione. Si consiglia di distribuire il compost in fase autunnale/invernale, o primaverile (fine marzo/metà aprile), e di intervenire con l’eventuale concimazione chimica di completamento in prossimità della fioritura (si ricorda che la restituzione di sarmenti, raspi e vinaccia, soddisfa quasi la metà di una media concimazione).

 

A cura di Roberto Conti (CAVIRO)

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