In un'ottica di adattamento dei vigneti ai cambiamenti climatici, il modo in cui si gestiscono e le dimensioni delle piante è un punto chiave, in particolare attraverso l’adozione di pratiche sviluppatesi nelle regioni più calde. La potatura della vite ad alberello era quindi tradizionalmente diffusa nel bacino del Mediterraneo per permettere alla vite di far fronte ai periodi di siccità.
La forma di potatura ad alberello, di ridotte dimensioni e limitato sviluppo verticale, ereditata dai romani, diffusa in Linguadoca fino agli anni '70, fu poi progressivamente abbandonata perché poco compatibile con la meccanizzazione della vendemmia. Questo tipo di potatura conferisce al ceppo un aspetto a «cono tornito», con molte varianti (numero di bracci, angolo di apertura, ramificazione) (1).
La potatura della vite ad arbusto ha diversi effetti positivi sulla fisiologia della vite e sulle caratteristiche dell'uva:
Ma la potatura della vite a alberello reca in sé anche dei vincoli:
Nel complesso, la potatura della vite ad alberello mediterraneo è un sistema di conduzione che induce resistenza alla siccità, protezione delle bacche le bacche, ma soffre della mancanza di possibilità di raccolta meccanizzata, almeno fino ad oggi. Economicamente, a seconda dei vini e dei terroir, la perdita di resa può essere notevole: il costo di produzione può aumentare a causa di un maggior fabbisogno di manodopera e della diminuzione della produzione. La meccanizzazione della potatura e della raccolta (per il momento non ipotizzabili) potrebbe consentire nel medio periodo di estendere le superfici a vigneto così condotte, in particolare come modello per una viticoltura estensiva (3).
Riferimenti:
(1) https://dico-du-vin.com/gobelet-taille-en/
(3) http://www.vignevin-occitanie.com/wp-content/uploads/2018/08/ppt-van-leeuwen.pdf
(4) https://www.domainegassier.com/fr/2014/01/20/un-gobelet-pour-la-taille/
(5) https://blog.midi-vin.com/techniques-viticoles/taille-de-la-vigne-pour-repartir-du-bon-pied-001731